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Lo vedo, ha ascoltato il mio messaggio vocale… Ci sono le spunte blu. Da due minuti. Spero abbia capito, è stato un casino parlare piano perché non mi sentissero in metropolitana ma abbastanza forse perché mi sentisse lui.Però non risponde. Perché? Avrò sbagliato qualcosa Eppure stanotte quando ci siamo salutati mi ha inviato un cuore. Rosso. È stata la prima volta.Come si può vivere con tutta questa incertezza? Dovrei smettere di mangiarmi le unghie! Oddio! Sta scrivendo! Sì è fermato. Di nuovo! Ma è un&039;ora che va avanti. Mi vuole lasciare, ne sono certa! Adesso urlo. Lo chiamo ed urlo &034;Bastardoooooo&034;. Tutti uguali gli uom… &034;Buongiorno tesoro, Scusa ero sotto la doccia, ho ascoltato il messaggio ma ero in ritardo. Ci vediamo a pranzo? &034;No, non gli rispondo subito, aspetto due minuti…

Era sul treno, sedile di fronte a me vestito discuro, anzi nero. Tatuato sulla mano destra. La sinistra no.Sulle dita due scritte sulle falangi L O V ESulle falangine L I F ECappuccio a coprire l&039;unica nota di colore, un cappellino color vinaccia stinto.La zingara che è passata a chiedere l&039;elemosina ha chiesto a tutti ma non a lui.Comunque si faceva i selfie in treno ed aveva la ragazza ad aspettarlo in stazione.metropolitana Milano vitadapendolare metro treno train storieinmetro storiedituttiigiorni

Parevano parenti.TUtti e tre, due fratelli ed un figlio, dell&039;uno o dell&039;altro, non importa: i due uomini erano così simili tra loro che se la parentela fosse stata reale non lo si sarebbe capito.Simili anche i vestiti.Invece no, sono salito a te fermate differenti e sono finiti vicini per caso.Parenti da parte di metropolitana direi.metropolitana Milano vitadapendolare metro treno train storieinmetro storiedituttiigiorni

via Barrili angolo via Montegani. Ore 7.10 circa.Stai andando al lavoro.Per essere precisi stai andando verso la metropolitana che ti porterà verso il treno che ti porterà al lavoro.A distanza lo vedi, non bene, stai leggendo il tuo kindle (mentre cammini) e non hai gli occhiali.Pensi prima ad un sacco di pattume.Poi ad un vaso caduto da un balcone.Poi capisci che è un vaso ma che è un po&039; troppo grosso per essere caduto.Ti rendi conto che il suddetto vaso, con pianta, è stato appositamente trascinato, probabilmente sollevato, e fatto cadere per romperlo.E ti chiedi perché. Un motivo, uno solo per farlo.Pensi ad una &034;ragazzata&034; ma ieri a mezzanotte quando sei passato di lì non c&039;era quindi il ragazzo avrebbe dovuto avere almeno 20 anni (chissà fino a che ora li fanno stare fuori i figli minorenni adesso).Pensi a qualcuno a cui sta sulle palle il cinese proprietario del bar (e del vaso).Penso che se passasse salvini in zona direbbe che è stato uno degli extracomunitari che bazzicano in zona, tu però non hai tutte le sue certezze (per fortuna perché nel suo caso certezze vogliono dire razzismo)Pensi che anche se continuerai a pensarci difficilmente ti verrà in mente un motivo valido ma che comunque qualcuno la ha fatto.E pensi che sempre più spesso tu rendi conto che la maggior parte delle azioni degli uomini sembrano non aver senso.Chissà se qualcuno salverà la pianta.

muoversi svelto su mezzo in movimento nella stessa direzione del mezzo ti fa andare velocissimo.Se poi contiamo anche la velocità della terra attorno al sole, del sistema solare rispetto alla galassia, […], e dalla velocità del tutto rispetto al big bang non riesco a capire come faccia a stare in piedi… Probabilmente non è cosciente della folle velocità a cui si sta muovendo.È tutto una questione di ignoranza e punti di vista.metropolitana Milano vitadapendolare metro treno train storieinmetro storiedituttiigiorni

Io fossi in voi telefonerei per chiedere chiarimenti…Oppure è il tipico negozio di Schrödinger, aperto è chiuso baluardo momento fino a che il gatto non decide. Comunque la punteggiatura è buttata a caso.cartellistrani cartelli criptici nonososemisonocapito timelord loop temporale gattodischrödinger

scarpe nuove.4 anni fa ad oggi.Scarpe prese in America, per un viaggio che mi servì per stare meglio. Che non fu una fuga perché già prevedeva un ritorno. Fu uno staccare la mente perché in quei mesi era in tilt.Uscivo da una relazione che sembrava tutto (e che non rinnego, sia chiaro) e che finì lasciandomi a pezzi.Ma i pezzi sono tornati insieme ed ho capito che quella storia era tanto, ma non era tutto.Da allora quelle scarpe hanno fatto migliaia di chilometri, la mia vita è cambiata.Ho cambiato tanto e sono cambiato tanto.E come dicono tutti quegli saggi più di me &034;sono grato per tutto quello che mi è successo in questo cammino, buono o cattivo che fosse, perché senza uno solo di quei passi non sarei dove sono oggi.&034; E grazie alla compagna di viaggio che mi accompagnò. Ora ho comprato un altro paio di scarpe come queste, solo di colori diversi, e sono ansioso di vedere dove mi porteranno.

carbonara (e una coca cola)https://youtu.be/qYX8X2YiMz4Io voglio viaggiare in ItaliaIn paese dei limoni.Brigade Rosse e la MafiaCacciano sulla Strada del Sol.Distruzione della Lira,Gelati Motta con brio,Tecco mecco con ragazza,Ecco, la mamma de amore mio.Sentimento grandioso per Italia,Baciato da sole calda.Borsellino e vuote totale,Perciò mangio sempre solo… Spaghetti Carbonara – e una Coca ColaCarbonara – e una Coca ColaCarbonara – e una Coca ColaCarbonara – e una Coca Cola Scusi signorina, willst du auch&039;n Spliff?Oder stehst du nur auf Männer mit Schlips?Ich hab&039; sonst nichts was ich dir geben kann,Aber blond bin ich, ist das vielleicht nichts?Amaretto ist ein geiles Zeug, ich bin schon lull und lall.Hab&039; keine Ahnung ob du mich verstehst,Doch du lächelst, und mein Herz tut &039;n&039; Knall.Belladonna, ich lad&039; dich jetzt zum Essen einMangiare – tu capito? Andiamo!Asti Spumante wird es nicht g&039;rade sein,Aber dafür gibt&039;s schon wieder mal… Spaghetti Carbonara – e una Coca ColaCarbonara – e una Coca ColaCarbonara – e una Coca ColaCarbonara – e una Coca Cola

Stazione Garibaldi7.42 del mattino, il mio treno, quello che prendo di solito, è in ritardo di 20 minuti per un guasto tecnico.Ne ho un altro che parte alle 8.06, binario 7.Da lontano vedo una macchia bianca su una panchina, sto leggendo dal mio Kindle (sì leggo mente cammino, l&039;utilizzo i tempi) quindi non ho gli occhiali.Penso ad un cappello (troppo piatto però), ad una sciarpa (ok, è l&039;8 di agosto, probabilmente non è una sciarpa), una maglietta (da bambino forse), uno straccio…E invece no. Un paio di mutande. Da uomo. Modello anni 50/70, taglia 60 almeno.Ecco, non c&039;è niente da fare, puoi essere pronto finché ti pare ma la vita ti stupirà sempre.Ed anche chi decide di abbandonare un paio di mutande (all&039;apparenza pulite ma non ho toccato con mano) potrebbe essere una persona in grado di stupirmi.graziemondo Milano vitadapendolare metro train storieinmetro storiedituttiigiorni

Ore 7.40 del mattino, Castellanza, sono fermo ad un distributore, chiedo un caffè che come al solito berrò senza zucchero ed una brioche.Ne punto una, ma è persa in un piatto con altre, la barista prende quella di fianco e mi dice &034;ottima scelta, è la migliore&034;. L&039;altra era alla crema, questa è al cioccolato ma mi fido…Prima bevo il caffè, appena fatto, bollente come deve essere.E subito dopo attacco la brioche. Teoricamente non dovrei mangiarla, sto cercando di limitarmi col cibo ma è lunedì, sono in piedi dalle cinque, ho fatto 240 km in auto e devo andare a lavorare.Ho fatto bene a darle ascolto.Ottima.Entra lui.È di casa, si vede; saluta per nome la barista, ci scherza ed ordina…Un caffè ed un Jim Beam.Whisky.Alle sette e quaranta del mattino.E non parliamo di una correzione ma di un mezzo bicchiere da cucina.La barista è abituata, è chiaramente &034;il solito&034;.Io no.Penso a quante cazzate ho fatto nella vita, quante volte ho bevuto troppo, mangiato troppo, ho esagerato.Bene, un whisky a quest&039;ora mi pare oltre il troppo.Poi non so la sua storia, magari lavora di notte, ha ritmo invertiti, il suo giorno è la mia notte e la sia mattina il mio sabato sera… Ma non lo capiscoFinisco la mia brioche, il mio sgarro si è notevolmente ridimensionato.

Le &034;nuove&034; metropolitane di Milano sono belle, sono un unico vagone che parte dall&039;inizio alla fine del treno e quando arrivano al capolinea non si devono neanche girare, sono dei serpenti a due teste che scorrono sui binari, avanti e indietro.E dentro ai serpenti ci sono persone, ed ognuna ha una sua storia.Portano riviste, libri, cellulari e biciclette.Producono risate, urla, sospiri e sbadigli.Emanano profumi, scoregge (silenziose ma spesso fetenti), aliti ed esclusi da ascelle &034;importanti&034;.Lanciano sorrisi, sguardi, parole e silenzi.Ogni persona è una storia, ogni incontro, scontro, fuga o ritorno è una storia nella storia.Su una sola corsa della metropolitana ci sono migliaia di storie e non basterebbe una vita per conoscerle tutte.Però è bello guardare e vedere, ascoltare e sentire perché c&039;è sempre da imparare no?metropolitana Milano vitadapendolare metro treno train storieinmetro storiedituttiigiorni

La scelta di posto in metropolitana è un rituale sociale.Io salgo al capolinea quindi sono un fortunato e di solito sono in stazione prima che arrivi la metro.Una volta scelglievo quasi sempre lo stesso punto per salire e se potevo anche lo stesso posto.Ed anche gli altri fanno così. Siamo tutti abitudinari.Per questo, da quando ho deciso di rubare scatti in metropolitana, cambio carrozza, se no mi troverei quasi sempre davanti le stesse persone.Loro li ho già visti, li ho ricercati tra le vecchie foto ma forse li ho solo notati e non scattati.Sono entrati dalla stessa porta, lui le ha lasciato il passo, cosa rara: da quando voi donne avete voluto la partita dei sessi il milaneseimbruttito uomo ha deciso che avete lo stesso diritto di passare per prime e di sedervi: il diritto di più veloce… che di solito è lui.Lei occupa la sedia subito alla destra della porta, lui punta a sederle di fronte ma aimè ci sono già io e l&039;altro angolo dal mio lato è occupato.Si siede dal suo lato all&039;angolo opposto, ho la netta impressione che si sarebbe voluto sedere più vicino, magari lasciando un solo sedile vuoto in mezzo ma… Ma sarebbe apparso strano: chi lascerebbe un posto d&039;angolo in metro a Milano e si siederebbe in uno in mezzo?Probabilmente un serial killer (questo lo penserebbe di certo l&039;imbruttito di cui sopra).Per tutto il viaggio fino alla mia fermata lui non ha letto, non ha tirato fuori il cellulare, non ha fatto nulla.Sono quasi certo che abbia passato tutto il viaggio a cercare gli occhi di lei nel riflesso del finestrino.metropolitana Milano vitadapendolare metro treno train storieinmetro storiedituttiigiorni

sabatosera sera, sono in tanti.Salgono tutti insieme, al capolinea come me.Sono giovani, più di 18anni, meno di non lo so: non riesco a dare bene l&039;età a questa generazione così diversa da me e dalla mia.Occupano buona parte dello scompartimento, sono equamente distribuiti tra i due sessi.Le ragazze sono &034;in tiro&034; come direbbe Ligabue, quasi tutte in Totalblack, è fanno la gara a chi copre meno pelle.I ragazzi sono sboroni e rumorosi, fanno i galletti per farsi notare, ci sono correnti di sguardi, che possano tra di loro, parole non dette e gesti esagerati.Una bottiglia di vino che passa dall&039;uno all&039;altro, sostituita poi da una di amaro… Anche le ragazze bevono, non tutte, una fa finta, io seduto di fronte me ne accorgo, loro forse no.E poi arriva Lui.Si libera un posto di fianco a Lei e ci si fionda.Si siede.Si &034;svacca&034;.All&039;inizio sembra un giovane che vuole occupare il suo spazio nel mondo, è ne vuole prendere quanto più possibile.Poi piano piano si capisce che il suo allargamento è mirato: lo porta sempre più a contatto con Lei che pur parlando con le amiche e pur facendo finta di nulla non disdegna.Si toccano le gambe, le mani, i fianchi… eppure non si parlano, se si guardano è quasi per sbaglio.Si cercano, lo fanno di nascosto anche se è chiaro che tutti i loro amici lo sanno.Una danza di corteggiamento discreta e per questo ancora più evidente.Ho sorriso tanto.

Sì sono seduti, tutti e quattro sin dal capolinea inteso come stazione di partenza. Non si sono neanche guardati attorno.Io sarò esagerato, prima di mettermi a leggere ho preso l&039;abitudine di guardare gli altri passeggeri per qualche minuto, per vedere se c&039;è qualcosa che mi attrae, per capire se anche oggi riuscirò a strappare un episodio da questo viaggio da pendolare tecnologico.Ma anche prima almeno un&039;occhiata a chi mi sedeva di fianco almeno la davo.Loro no!Si siede la prima partendo da destra.È salita, ha chiuso gli oggi è credo che abbia iniziato a dormire subito.Come sempre accade è arrivato il secondo, lo studente, che si è seduto all&039;opposto, già perso nel cellulare da chinon ha mai alzato gli occhi.Poi l&039;universitario di sinistra con le Clark di fianco a lui, cellulare più vecchio ma sempre assorbente.Infine l&039;ultima donna, sguardo fisso di fronte, nel vuoto. &034;E poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy bar.O forse non ci incontreremo mai ognuno a rincorrere i suoi guai.Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso e ognuno in fondo perso dentro i cazzi suoi.&034; vascorossi

AltaBellaBionda… Occhi celesti (non, non è bionda ma l&039;associazione mentale era troppo forte)Dicevamo… Bella. E sa di esserlo.Si siede, è abituata agli sguardi. Viene radiografata , le controllano le gambe, le scarpe pulitissime, il vestitino rosa e leggero, con la gonna corta e trasparente, il viso dai lineamenti dolci, i capelli lisci.La studiano uomini e donne, desidero ed invidia.Usa la borsa per nascondersi.E lei? Non vede nessuno e non da confidenza. Se si guarda in giro lo fa con discrezione, non fissa mai. Sembra volare con lo sguardo.Ed io? Io ho fatto tutto il viaggio a chiedermi cosa diavolo ci fosse in quella borsa enorme!roadtrip metropolitana Milano lineaverde

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